Laura Baldini per Oculistica di Fano

ll lavoro ideato da Laura Baldini per Oculistica ha per protagonista un fanciullo sospeso in uno spazio altro, una sorta di pagina azzura in cui fluttuare,tra sogno e realtà, un luogo fatto di storie, pensieri, immagini, sogni.

Potremmo immaginare questo piccolo protagonista come un bimbo avvolto in un ideale abbraccio costituito dalla propria leggerezza di vivere, dalle fugaci emozioni che ne colorano d’azzurro l’orizzonte, metafora del suo futuro, ma non si renderebbe giustizia a tutto lo straordinario mondo a cui egli allude.

La composizione, una pittura su muro circa due metri per due, svela una parte velata della personalità umana, non banalmente riconducibile a una sorta di vago infatilismo ma ascrivibile piuttosto a una risorsa di cui tutti in qualche modo disponiamo: la capacità di emozionarci anche al cospetto di piccole cose.

Le farfalle che escono dal capo del bimbo ne sono un chiaro esempio, rappresentano infatti, in chiave cromatica, la metafora dei sogni, degli ideali e delle aspirazioni alle quali la giovane vita di un ragazzino può tendere e che nell’età adulta non svaniscono.

Una figura umana che sembra senza peso corporeo, trasportata nell’aria dalla sua stessa vitalità e dal proprio incontenibile entusiasmo. La Baldini elabora l’idea di un corpo etereo che diviene espressione di un desiderio espresso, di una meta da raggiungere, di luogo da esplorare. Lo stesso disegno tramette la forza di un’idea che non si arrende alla sconfitta, come a dire che un sogno si spegne se uno lo lascia morire e che una storia può andare ben oltre la parola fine.

Fissato nell’atto di togliersi il cappello il protagonista copie un plateale gesto di apertura verso gli altri, le farfalle volteggiano appena fuori dal suo capo, sono guizzi di energia e di speranza da condividere con il mondo.

L’opera ci narra di uno straordinario ottimismo, capace, come forza atavica , di trascendere i limiti del dolore e, se possibile, attraverso l’immaginazione e la sensibilità, di abbattere anche le barriere fisiche che, a volte, possono ostacolare la vita libera delle persone. Il lavoro ha il pregio non solo di vestire di colore e di bellezza questi luoghi di cura ma anche di rivolgersi a chiunque, senza distinzioni di età e di fasce sociali, poiché sanno comunicare con semplicità e forza dei grandi temi dell’umano sentire.

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