A livello regionale è partita la riorganizzazione delle modalità di accesso alle prestazioni ambulatoriali, separando i primi accessi da quelli di controllo o follow up.

Prima visita o esame: la priorità clinica indica il tempo di attesa

Con “prima visita” o “primo esame” si definisce l’accesso in cui viene affrontato per la prima volta un preciso problema del paziente. Stabilendo i tempi di erogazione delle prime visite o esami, si tutela il cittadino nella fase di diagnostica iniziale, la più importante per avviare l’intervento medico o chirurgico risolutivo.

La priorità clinica viene individuata e indicata dal Medico di medicina generale o pediatra di Libera scelta che, essendo i professionisti che meglio conoscono lo stato di salute del paziente, stabiliscono le indagini necessarie e i giusti tempi di erogazione. Quindi, in base all’iter diagnostico di cui ha bisogno il paziente, il medico assegna un codice di priorità nell’impegnativa:
U come URGENTE: entro 72 ore
B come BREVE: entro 10 giorni
D come DIFFERIBILE: visite entro 30 giorni, esami entro 60 giorni
P come PROGRAMMABILE: eseguibili in un arco di tempo maggiore

Affinché i cittadini possano accedere alle prestazioni nei tempi coerenti con le reali necessità, è cruciale il ruolo del Medico di Medicina Generale tenuto ad indicare sempre, nella prescrizione, la tipologia di visita/esame richiesta (prima visita/esame o controllo), nonché la priorità di accesso solo per le prime visite. Tale differenziazione si focalizza, in questa fase di riorganizzazione delle modalità di accesso alle prestazioni ambulatoriali, su 43 prestazioni indicate dal Ministero della Salute e considerate critiche per la salute dei cittadini.

Differenza tra primo accesso e controllo: un esempio per capire meglio

Come abbiamo detto, le priorità U, B, D, P devono essere indicate dal prescrittore quando si affronta un problema del paziente per la prima volta. Nei controlli o nei follow up non vanno indicate le priorità in quanto si presuppone che la malattia sia già stata individuata e i successivi esami o visite siano legati al monitoraggio e al controllo della patologia.

Facciamo un esempio pratico: il paziente Mario Bianchi ha il codice di esenzione 019, assegnato a chi è già stata diagnosticata la malattia, in questo caso il Glaucoma. Questa esenzione consente ai pazienti di effettuare visite di controllo/successive oculistiche, tonografia, test di provocazione e altri test per il glaucoma, studio del campo visivo, esame del fundus oculi e ecografia oculare, senza pagare il ticket.

Se allo stesso paziente viene redatta una impegnativa per visita oculistica con priorità B e codice di esenzione 019, la prescrizione risulterà non corretta e non sarà possibile procedere con la prenotazione. L’esenzione è incompatibile con la priorità proprio perché, come più volte ricordato, le priorità vanno inserite per le prime visite che hanno lo scopo di diagnosticare una patologia. Se questa è già stata diagnosticata si tratta di visite/esami di controllo.

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