“Numeri importanti che rendono l’azienda un punto di riferimento per questa neoplasia” spiega il Direttore generale dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Pesaro Urbino, con un percorso diagnostico terapeutico che coinvolge un gruppo multidisciplinare di professionisti, per una presa in carico personalizzata del paziente.
L’Azienda Sanitaria Territoriale di Pesaro Urbino all’avanguardia nella lotta contro il tumore del colon-retto, seconda causa di morte per patologia oncologica nelle Marche. Duecentottanta pazienti sono stati presi in cario dal percorso diagnostico terapeutico dell’Ast, che rappresenta la prima azienda nelle Marche per numerosità di casi trattati per la cura di questa neoplasia, con trattamenti personalizzati e multi-specialistici.
“Numeri importanti che rendono l’azienda un punto di riferimento per questa neoplasia – spiega il Direttore Generale dell’Ast Pu Nadia Storti – lo scopo del percorso è quello di garantire un iter diagnostico e terapeutico personalizzato ed efficiente, concordato tra i vari professionisti, fornendo il miglior trattamento possibile alla luce delle evidenze scientifiche e dell’esperienza di ciascun specialista coinvolto. Un percorso che viene continuamente aggiornato sulla base delle nuove evidenze scientifiche ed acquisizioni tecnologiche. Anche per questa patologia è fondamentale aderire al percorso di screening. La prevenzione è la prima arma che abbiamo. Per questo diventa importante l’adesione al programma di prevenzione ormai avviato da anni, è attivo dal 2008 sull’intero territorio regionale ed è rivolto a tutti i soggetti asintomatici di età compresa tra i 50 e i 69 anni residenti nella regione Marche. Partecipare è semplicissimo, basta seguire le indicazioni dell’invito che arriva direttamente a casa”.
Quello del colon-retto è uno dei primi percorsi di cura attivati nel 2013. Negli anni, il gruppo multidisciplinare che compone l’equipe di specialisti che seguono i pazienti in questo PDTA è cresciuto e si è arricchito, proprio per dare al paziente i migliori percorsi di cura possibili. Dal 2020 sono stati inseriti nel percorso 880 pazienti, un trend sempre in crescita con un 40 per cento in più rispetto all’anno della pandemia e sessanta casi in più rispetto al 2022. Il gruppo multidisciplinare del PDTA è composto dall’oncologo, gastroenterologo, chirurgo, radiologo e radioterapista, anatomo patologo e dalle psicologhe ospedaliere e, già dal 2015, ha visto l’inserimento di una figura strategica, quella dell’infermiere case manager che affianca il paziente in ogni fase della malattia. Il gruppo multidisciplinare, coordinato dall’oncologo, esamina ogni singolo caso ed elabora il piano terapeutico a seconda della sede e dell’estensione della malattia.
“La partecipazione al gruppo multidisciplinare del PDTA è corposa – afferma Rita Chiari, Direttore dell’oncologia dell’Ast – e vede l’impegno di un numero di professionisti elevato proprio per seguire il paziente a trecentosessanta gradi in tutti gli aspetti e il percorso di cura più efficace per il paziente. L’accesso del paziente a questo percorso può avvenire con diverse modalità. Può trattarsi di un paziente già ricoverato, per un esordio della patologia con sintomi acuti o dopo esecuzione di esame colonscopico, richiesto dal medico di medicina generale o altro specialista, o ancora dopo esecuzione di colonscopia nell’ambito del percorso di screening regionale. Inoltre, importante anche l’approccio chirurgico. Per questo aspetto l’Ast ha la possibilità di intervenire con la chirurgia robotica, che con un approccio mininvasivo, ha ridotto notevolmente il periodo di ospedalizzazione dei pazienti, che possono tornare alla loro quotidianità in breve tempo. Un’altra eccellenza del PDTA è il percorso integrato ospedale territorio per pazienti stomizzati, per i portatori di stomie intestinali ed urinarie. Un percorso di presa in carico, con un team multidisciplinare, che coinvolge pazienti e famiglie, proprio per agevolare e migliorare la qualità della vita”.
Le strutture dell’oncologia dell’Ast Pu, come previsto dal ministero e dalla regione, prendono in carico il paziente oncologico. Il paziente con una neoplasia, seguito dalle strutture della provincia di Pesaro Urbino, viene inserito in un percorso multidisciplinare, dedicato e personalizzato che prevede visite specialistiche ambulatoriali e strumentali nei tempi e nei modi adeguati al percorso di cura oncologico. “I controlli per i pazienti presi in carico dalle oncologie della nostra provincia – conclude la Chiari – vengono inseriti in agende dedicate, senza necessità per il paziente di dover accedere al CUP. Una presa in carico a trecentosessanta gradi e personalizzata per tutto il percorso di cura. Ogni anno i pazienti oncologici e non, inseriti nei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali codificati (oltre alle neoplasie ci sono altri tipi di percorsi, per esempio ci sono PDTA anche per i diabetici, pazienti affetti da sclerosi multipla, ictus, infarto, pneumologici e altri), vengono gestiti attraverso posti riservati dalle strutture stesse. Relativamente ad alcuni percorsi per programmare e pianificare tutti i controlli, l’Ast ha istituito un ufficio dedicato alla programmazione di tutte le richieste che arrivano dai vari reparti, mentre per altri, sono direttamente le strutture a prenotare e fissare gli appuntamenti. Le prestazioni (visite e servizi strumentali) prenotate ed eseguite direttamente dalle nostre strutture con ‘accesso successivo’, nel 2022 sono state 668.644, mentre nel 2023 il numero di prestazioni erogate è stato di 714.789, il sei per cento in più dell’anno precedente, con un trend sempre in crescita negli ultimi anni. Inoltre nelle ultime settimane abbiamo rinnovato l’invito ai medici di base di contattare i reparti ospedalieri in caso di particolari necessità dei pazienti, anche per avere maggiori delucidazioni sui percorsi come quelli per i pazienti oncologici”.
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