Melanoma, presa in carico globale del paziente

Multidisciplinarità e personalizzazione della cura sono le priorità di questo percorso diagnostico assistenziale che ha inserito 32 pazienti in pochi mesi di attività e nel quale vengono iscritti i pazienti che necessitano di alta complessità di cure. Il direttore di Dermatologia: “Non esporsi troppo al sole soprattutto in età pediatrica per evitare scottature”.

“Grazie alla Immunoterapia ed alle nuove terapie biologiche ‘Anti Target’ – spiega Rodolfo Mattioli, direttore Direttore di Oncologia – la prognosi del Melanoma in fase metastatica è enormemente migliorata con lunghe sopravvivenze e casi di guarigione. Nell’ultimo anno la Azienda Ospedaliera Marche Nord ha la disponibilità di eseguire tali terapie anche nella prevenzione delle ricadute nei pazienti operati con altro rischio di ritorno della malattia. Da gennaio è attivo il percorso per la cura del melanoma e, come in ogni PDTA, ogni caso che entra nel percorso è discusso in regolari e frequenti riunioni multidisciplinari e multiprofessionali alla presenza dei vari professionisti: dermatologo, patologo, oncologo, radioterapista, responsabile cure palliative, psico-oncologo. Ciò risulta in una migliore applicazione della best clinical practice secondo le linee guida nazionali ed internazionali e quindi nel migliore trattamento clinico al momento disponibile per il paziente e per i suoi famigliari, utilizzando anche i nuovi farmaci target o immunoterapici sia in fase metastatica che ultimamente anche in fase adiuvante”.

Il melanoma è l’insieme di tumori, con comportamento biologico diverso a seconda della sede di origine (cute, occhio, mucose), per il trattamento dei quali sono richieste competenze diverse. Il pdta garantisce il coordinamento delle attività diagnostico-terapeutiche, trattamenti multimodali e polispecialistici, discussione multidisciplinare dei nuovi pazienti che vengono presi in carico, appropriatezza dell’indicazione e controllo di qualità delle procedure diagnostico-terapeutiche e assistenziali. Viene assicurata inoltre una valutazione multidimensionale del paziente con sostegno psicologico, riabilitativo e percorsi dedicati (giovani, anziani). Il melanoma cutaneo rappresenta il 9 per cento dei tumori giovanili negli uomini e il 7 per cento nelle donne il terzo tipo di cancro più frequente in chi ha meno di 50 anni. Secondo l’AIRTUM il numero di casi stimati per il 2018 nella Regione Marche è 250 negli uomini e 200 nelle donne.

“È opportuno ricordare che il melanoma cutaneo rappresenta solo una piccola percentuale (circa il 5 per cento) di tutti i tumori che colpiscono la pelle – spiega Antonio Genga direttore della struttura semplice dipartimentale di dermatologia – l’obiettivo del percorso diagnostico terapeutico per la cura del melanoma è quello in primis di incrementare la diagnosi precoce del melanoma cutaneo e garantire uno standard elevato della qualità del trattamento chirurgico, il miglior trattamento (farmaci innovativi ad alto costo compresi) multidisciplinare e multiprofessionale di continuità di cura ospedale-territorio”.

Durante il congresso annuale dell’Associazione americana di oncologia medica (Asco), tenutosi recentemente a Chicago, diverse ricerche si sono concentrate sul melanoma, di cui si ammalano circa 15mila italiani ogni anno e le cui diagnosi sono raddoppiate nel nostro Paese negli ultimi 10 anni. Probabilmente molto è dovuto alle cattive abitudini verso le radiazioni ultraviolette, naturali e artificiali. “I dati aggiornati di due studi esposti a Chicago dimostrano che l’immunoterapia – aggiunge Mattioli – che risveglia il sistema immunitario spingendolo a combattere il tumore, è efficace contro il melanoma avanzato anche dopo la sospensione della terapia. Negli ultimi anni lo sviluppo dell’immunoterapia e della terapia a bersaglio molecolare ha ridotto l’utilizzo della chemioterapia nella malattia avanzata e aperto nuove prospettive di cura in uno scenario articolato e sempre più personalizzato per ogni paziente. In particolare sono in corso studi che valutano la combinazione delle terapie, la loro sequenza o l’integrazione con altri trattamenti disponibili (es. chirurgia e radioterapia). Nella pratica clinica la scelta del trattamento dipende dall’estensione della malattia, dalla necessità o meno di una rapida risposta, dalla possibilità di ottenere risposte durevoli, da eventuali patologie concomitanti nonché dalle preferenze del paziente”.

“Il principale fattore di rischio per il melanoma cutaneo – afferma Genga – è l’esposizione eccessiva alla luce ultravioletta, che arriva fino a noi sotto forma di raggi UVA e UVB, ed è principalmente veicolata dai raggi del sole. Esporsi troppo al sole rappresenta un pericolo, perché può danneggiare il DNA delle cellule della pelle e innescare la trasformazione tumorale. Alcuni comportamenti possono ridurre il rischio di sviluppare tumori della pelle. È fondamentale innanzitutto esporsi al sole in maniera moderata fin dall’età infantile, evitando le ustioni. In generale, bisogna proteggere la pelle non esponendosi durante le ore più calde (tra le 10 e le 16) ed evitando o riducendo al minimo l’uso di lampade o lettini abbronzanti. Sotto il sole è consigliabile indossare cappelli e occhiali da sole e usare creme protettive adeguate al proprio tipo di pelle, applicandole più volte in modo da assicurare una copertura continua. Queste attenzioni vanno riservate soprattutto ai bambini, molto sensibili alle scottature”.

Il gruppo di lavoro

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